La nostra associazione Tessere le Identità da anni lotta contro ogni forma di integralismo culturale e, insieme alla rete UNAR e all’associazionismo locale, promuove l’educazione alla diversità.
Per questo, abbiamo accolto con piacere la notizia che a Casale Monferrato si sarebbe tenuto lo spettacolo “Comuni Marziani” della compagnia teatrale “Tecnologia Filosofica”, proposto alle scuole all’inizio dell’anno scolastico in corso. Il progetto basato sull’esperienza maturata in 5 anni sul territorio piemontese a cui hanno partecipato oltre 3500 ragazzi, affronta i temi dell’omosessualità, intesa come uno dei modi di vivere la sfera affettiva, e si inserisce all’interno della proposta del MIUR descritta all’art. 1 comma 16 della legge di Riforma su “La Buona Scuola” che recita testualmente: “Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate”.
Rimaniamo dunque amareggiati nel leggere sul giornale “Il Monferrato” che l’iniziativa viene descritta come “moralmente problematica” e che “L’educazione gender dei bambini e dei giovani e la “normalizzazione“ dell’omosessualità ha destato la maggior preoccupazione”. Sottintende che l’omosessualità non è una cosa normale e come tale va arginata, curata e soffocata, nonostante da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Ordine Nazionale degli Psicologi la considerino una variante naturale del comportamento umano?
Ci colpisce inoltre il pensiero espresso dal consigliere Giorgio Demezzi. Come può opporsi ad un’iniziativa volta a favorire una cultura della tolleranza e dell’accettazione della diversità e quindi a migliorare la qualità della vita per una parte della comunità che rappresenta?
Quanti ragazzi omosessuali conosciamo che si nascondono e non parlano della loro condizione? Quanti altri subiscono il bullismo e le ripercussioni a scuola, sul lavoro, fra gli amici? Quanti genitori non sanno come comportarsi con i propri figli e hanno paura per loro?
Noi ci teniamo distanti da queste illazioni e siamo convinti che molti cittadini casalesi siano indignati. Le nuove generazioni LGBTQI devono sentirsi accolte, devono smettere di avere paura di raccontarsi fra i banchi di scuola e di vivere atti di omofobia. I genitori necessitano di strumenti che li aiutino a capire come comportarsi e relazionarsi.
Una società migliore si costruisce con la comprensione e l’inclusione. E lo facciamo da anni con i cittadini che hanno imparato ad abbattere i muri dell’intolleranza e della paura del diverso. Abbiamo fiducia perché molti di loro hanno figli e, per loro, vogliono un futuro migliore.
Rispondiamo in coro, uniti con le associazioni del territorio e con alcune istituzioni pronti ad un confronto aperto dove sia possibile ridiscutere su queste tematiche e perché no, passare una buona serata a teatro, imparando qualcosa di nuovo.
Stefania Cartasegna
Presidente di Tessere Le Identità